SCHEDA RIEPILOGO DELL'EVENTO SELEZIONATO
Titolo eventoIN16-048 Il paesaggio fluviale tra sviluppo e salvaguardia
Ordine organizzatoreOrdine degli Ingegneri di Verona e Provincia
Tipo eventoconvegno
Posti totali84
Posti disponibili26
In lista d'attesa0
Scadenza iscrizione09/06/2016
Priorità Iscrizioni:nessuna
Durata ore2 (richiesta partecipazione minima del 100 %)
Crediti2
LuogoSede dell'Ordine degli Ingegneri di Verona, via Santa Teresa, 12 - Verona
Qualifica docenti
Coordinatore
DescrizioneIl convegno è inserito tra gli eventi di OPEN 5 "Ingegneri aperti alla città".

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Le trasformazioni della città e del territorio rurale hanno sempre avuto come sfondo un paesaggio di acque e in particolare il paesaggio definito dall’ambito fluviale dell’Adige.
L’elaborazione del Piano per il Parco dell'Adige ha avuto due elaborazioni: la prima nel 1992 coordinata dal prof. Sandro Ruffo assieme a Anna Braioni e Beatrice Sambugar coadiuvati da un gruppo di specialisti per gli argomenti di carattere idraulico, idrogeologico, naturalistico e agronomico; la seconda nel 2006 (un aggiornamento) coordinata dal prof. Alessandro Tutino con Anna Braioni e un gruppo di specialisti così come il precedente, a cui si sono affiancati un’economista ambientale e un giornalista. Queste ultime due figure professionali avevano il compito di rendere efficaci e praticabili le indicazioni del piano, utilizzando tra l’altro i Fondi Europei per lo Sviluppo rurale della nuova PAC.
Partendo dalle connessioni che un sistema del verde a livello urbano realizza con il fiume, si struttura un reticolo di aree a diversa funzione e tutela, una gerarchia diversificata di ambiti naturali e antropizzati con il riuso di strutture, edificate e non, abbandonate e non, attraverso il coordinamento dell’intervento pubblico/privato per attività economicamente ed ambientalmente sostenibili.
In tal modo possono trovare realizzazione anche gli obiettivi specifici di un parco fluviale: salvaguardia del fiume come corso d’acqua con la soluzione di alcuni aspetti igienico-sanitari particolarmente acuti; salvaguardia e ripristino della naturalità delle rive per il miglioramento della qualità delle acque e per una fruizione ludica, educativa ed estetica delle rive; riqualificazione delle aree degradate presenti nella parte di territorio oggetto di studio recuperandone la funzionalità all’interno del tessuto urbano; riqualificazione del territorio rurale attraverso la compenetrazione tra uso agricolo e funzione sociale; fruizione del paesaggio/ambiente come bene culturale per una lettura dei segni e il recupero della memoria storica e dell’identità dei luoghi; e ultimo, ma non per importanza, fruizione didattico/ricreativa per una maggiore conoscenza/coscienza del territorio come bene comune.
Un parco fluviale è per sua stessa definizione un parco lineare: a Verona interconnette ambiti diversi del territorio, la città, la collina, le cinta murarie, gli ambiti di pianura aperta e valliva. Costituisce perciò l’asse portante di una procedura pianificatoria di parco reticolare che può svilupparsi in spazi e in tempi diversificati, anche non contigui, purché definiti da un’unica visione.
E’ un parco a fini multipli determinati dalla conoscenza dei siti e dalle relazioni (formali e culturali) che tra essi storicamente si sono definite e/o che si possono ridefinire. E’ stato perciò inteso come inizio di un procedimento in cui la struttura del verde urbano e periurbano diventa l’elemento portante dell’organismo costruito.
Da ciò deriva l’estrema duttilità e versatilità delle azioni di valorizzazione/riqualificazione da parte di enti pubblici e privati, attraverso finanziamenti pubblici e privati, purché inseriti in un unico processo pianificatorio.
Queste sono le modalità che anche altri esempi europei quali Nantes hanno utilizzato per realizzare parchi fluviali a partire da aree fortemente urbanizzate.
CostoGratuito